giovedì 24 novembre 2016

La compagnia

L'altro giorno, mentre correvo lungo l'Adige, in mezzo alle maglie multicolori degli altri corridori, ascoltando il Boss nelle cuffiette tenute aderenti alle orecchie dalla fascia arancione e blu delle Guide Alpine Tre Cime, regalatami dall'amico Michele, oggetto che ormai considero il mio portafortuna per le corse, insomma l'altro giorno tra i vari colori noto una macchia verde più intensa. Un gruppo di ragazze che correvano affiancate e correvano forte. Parlavano tra di loro e correvano. Bella cadenza, bel passo, bell'andatura e parlavano tra di loro. Mi sono messo a seguirle o per lo meno c'ho provato. Sulle canotte, verdi, avevano scritto Amatori Villa Pamphili. Ho capito che c'è una cosa più bella del correre ed è il correre in compagnia. Sia in gara che in una uscita serale correre in compagnia aggiunge qualcosa in più che bisogna assolutamente provare. Non accontentarsi solo di correre ma cercare di farlo in compagnia, Questa è una cosa che va perseguita. Può capitare casualmente. Magari la prima volta che andate a correre vi imbattete subito in un gruppetto che vi tira dentro o che vi attira nella sua scia fino all'arrivo, oppure incrociate per due tre volte la stessa persona ed iniziate a scambiare due parole, o ancora, per perseguire lo scopo di correre in compagnia, vi mettete in internet e cercarte un gruppo, non è difficile. Ad esempio qui vicino c'è il gruppo Scuola di Maratona Vittorio Veneto che nella sua homepage dice - "la nostra società ha scelto di “fare della corsa uno stile di vita, associando la pratica sportiva a profonde emozioni, a valori dove l’amicizia, la condivisione e lo “stare bene” sono gli ingredienti fondamentali”. La nostra ambizione è che ciascuna di queste 180 persone possa trovare il proprio spazio: anche chi si avvicina per la prima volta alla corsa e magari vuole solo perdere un po’ di peso o rimettersi in forma, da noi è ben accolto. - Ecco, questo è lo spirito che bisogna trovare in un gruppo ed è questo spirito che aggiungerà quella magia in più alla corsa. E non dico che esista solo la corsa in compagnia; anche quella solitaria ha un suo fascino, e che fascino, in fondo non si è mai soli, c'è il rumore dei passi che vi dice come state poggiando il piede, c'è il respiro che vi dice a quale intensità state correndo e come risponde il corpo, c'è il paesaggio al quale potete dedicare anche pensieri poetici senza vergognarvi ché tanto non vi sente nessuno, ci sono i profumi del sottobosco, l'odore umido delle foglie marce sull'asfalto bagnato; insomma anche da soli ce ne vuole per sentirsi soli.    Le due corse, quella solitaria e quella in compagnia, sono entrambe belle esperienze ed una non dovrebbe escludere l'altra perché sarebbe uno spreco rinunciare a tutte le emozioni che le accompagnano. Insomma per farla breve il mio gruppo si chiama Run and Fun Oltre Team e sprizziamo gioia di vivere da ogni goccia di sudore (ma anche da ogni boccale di birra). L'altra sera ci siamo trovati a Castion, un piccolo comune appena sopra Belluno salendo verso il Nevegal. L'orario è quello del telegiornale serale, del camino acceso, della cena in famiglia e della gente che corre in compagna la quale rinuncia ai primi tre punti per infilarsi abbigliamento aderente fosforescente. Un misto tra Nurejev in calzamaglia e Toni in tenuta da lavori stradali.  Siamo tutti? Si sono arrivati anche gli ultimi e si parte. L'andatura è subito veloce, faccio fatica, mi domando subito se ce la farò a stare dietro agli altri, studio strategie di uscita....una runexit, penso a cosa dire e dove andare ma mentre penso alla Runexit corro e più corro, più mi accorgo che alla fine il distacco non è mai incolmabile, certo, anche grazie alla pazienza degli altri che nei punti chiave o rallentano o mi aspettano. Ma poi mi accorgo che non sono nemmeno l'ultimo ed allora scatta anche la voglia di riprendere i primi. Studio il passo, non vorrei farmi nuovamente male al piede che comunque ancora non è al 100%, studio il percorso di fronte a me e riesco a rimettermi nel gruppo. Imparo lentamente a lasciarli andare quando serve e riprenderli dove mi è possibile, imparo passo dopo passo a gestirmi. Imparo anche a correre, sempre guardando gli altri. C'è sempre quella sensazione di inadeguatezza e pesantezza guardando i primi. Ma come faranno mai a correre dando l'impressione di essere leggerissimi e di non fare alcuno sforzo? Ah ma prima o poi lo capirò, intanto forza, che non devo perdere il gruppo, il mio gruppo. Alla fine anche le ultime deviazioni del percorso, degli allungamenti di quello che sarebbe il percorso più breve, aggiunte tanto inutili quanto belle quando capisci che ti faranno segnare un chilometro in più al risultato finale, vengono accolte con divertimento. Ci si scherza anche sopra e senza quasi accorgersene si torna al piazzale dove erano parcheggiate le auto.
Qualcosina più di 11 km e l'orologio che ti comunica che sei andato veloce, tanto da aver fatto il tuo recordo sul miglio, sui 10 km e su altre distanze, ed il tutto quasi con il sorriso sulle labbra, sicuramente in compagnia di un grande gruppo. La morale? Trovatevi un gruppo, l'uomo è fatto per correre in gruppo, come i lupi.

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