lunedì 21 novembre 2016

La sveglia suona alle quattro, di mattina.

La sveglia suona alle quattro.
Abbiamo tutto pronto. Io poi ho questa malattia...non riesco a lasciar nulla. Ogni volta che parto per qualsiasi cosa mi devo portare dietro mezza casa. Uno psicanalista avrebbe del lavoro da svolgere. Ieri sera quindi ho crecato di razionalizzare ma il borsone è comunque enorme, ad esempio ho scoperto di essermi portato ben quattro scaldacollo ed è evidente che ho un solo collo. Che ci devo fare con gli altri tre? Ma comunque, sono riuscito a lasciare a casa almeno due maglie  a maniche lunghe ed il set completo di pantaloni benchè abbia nella borsa sia un pantalone da corsa lungo che uno corto. Alla fine correrò con quello al ginocchio con il quale sono partito da casa anche se visto il clima avrei anche potuto indossare quello corto. Nastro per le tette. Non come l'altra volta quando l'ho messo sui capezzoli così, a crudo, senza alcun intermediario. Oh si, è andato benissimo, nessuna irritazione, l'unico fastidio è stato il grido di dolore quando l'ho strappato via. Oggi lo metterò con un pezzetto di scottex a proteggere il capezzolo ma credo che la prossima volta potrei provare a correre anche senza utilizzare nulla. Il dimagrimento mi ha fatto sparire anche parte delle tette. Donne prendete nota.
Riesco a mangiare il mio amato porridge arricchito da una strepitosa marmellata di pere alla cannella fatta da mia madre. Sono diventato un esperto in porridge. 50 grammi di avena, 125-150 ml di latte di soia, due minuti in forno a microonde, quando i bordi del pappone iniziano a sollevarsi, aprire il forno e dare una mescolata e quindi finire di cuocere per 30 secondi. Aggiungere due bei cucchiaini di marmellata e mescolare. E' buonissimo e fornisce un buon apporto di carboidrati.
Appuntamento con gli altri alle 4:45. Tre minuti di ritardo giusto per non smentirsi e siamo pronti per partire. La prima sensazione, bello andare in compagnia, era successo solo anni addietro per la mezza di Paese con Lio e Luisa. C'era anche Roberta ma a quel tempo mi guardava come un marziano e di correre non se ne parlava. Questa mattina sul pulmino c'è anche lei pronta per la sua prima 10 km. I miei acciacchi dei giorni precedenti sono lì a far nascere dubbi. Potrei fare la 10 km anche io e rimandare la mezza, potrei anche fare il bravo e seguire i consigli del fisioterapista. Lasciar perdere e fare solo l'autista prima ed il tifoso dopo.
Arrivati a Verona non si può però non essere coinvolti dal clima e decidere di partire. Parcheggiamo proprio in centro, a meno di cento metri dall'arrivo, scelta vincente, comodissimo per tutto. Andiamo a ritirare il pacco gara, ci prepariamo, consegnamo la sacca con il cambio per poi andare a fare la doccia e siamo pronti. Entriamo nelle nostre griglie e trotterellando per scaldarci aspettiamo il via. Partiamo. Ho paura di questi 21 km, è tanto che non li faccio. Ho paura per il piede che mi fa male. Cerco subito di trovare il mio passo, me ne frego di quelli che mi passano, mi concentro su questo piede dolorante pensando che forse dovrei arrivare al terzo chilometro, aspettare Roberta e proseguire con lei per completare i 10, non sarebbe male nemmeno così. Poi mi spiace lasciarla sola nella sua prima gara. Il terzo chilometro è appena oltre il primo ponte. In alto lo striscione che indica la direzione per la mezza e quella per i dieci. Giro a sinistra lungo l'Adige per fare la mezza. Bene, non si torna indietro, la sensazione è buona, il passo regolare, il percorso bellissmo e conosciuto perché è la stessa strada che si fa per andare in base a Verona quelle poche volte che sono venuto qui per lavoro.  Una bella strada lungo l'Adige che ci porterà a nord ovest per poi girare a destra in una zona industriale e tornare infine verso Verona. Mentre corro ragiono su quanto sia importante conoscere il percorso. E' veramente un grande aiuto psicologico che influisce anche sull'andatura. So benissimo cosa arriverà, cosa dovrò fare, riesco a gestire l'andatura e mi trovo a correre di fianco a gente che secondo me va forte, mi attacco a loro, piccoli tratti ma vedo che l'andatura è veloce e sono contento, nessun fastidio e nessuna stanchezza, il passo regolare, la cadenza mai sotto i 180, bene dai, mi sto veramente divertendo. E divertendomi riesco anche a fare il bastardo perché ogni corridore che sento mi sta per superare mi da la forza per accelerare quel tanto per fargli sudare quel sorpasso e spesso rinunciano perché io non mollo, altre volte passano e mi metto al loro passo. Arriviamo alla svolta su a nord est, da qui si torna indietro, il percorso sempre pianeggiante, tengo sempre un ottimo passo e soprattutto mi diverto, sto bene. Ad un certo punto mi affianca un signore, mi passa e mi attacco a lui per almeno cinque chilometri che alla fine saranno i miei più veloci. Arrivo di nuovo a Verona e sto sempre bene, non mi pare vero. Nel rettilineo prima dell'ultimo ponte però inizio a sentire un fastidio alla coscia sinistra. Probabilmente il fastidio al piede destro mi ha fatto caricare maggiormente la gamba sinistra, mancano solo tre chilometri, a questo punto devo pensare solo ad arrivare ed allora rallento, cerco di bilanciare bene il carico su tutte e due le gambe e passo il ponte, mi riposo ancora per qualche centinaio di metri e poi via di nuovo, siamo agli ultimi due chilometri. Entriamo tra i vicoli di Verona, a sinistra c'è uno che sta camminando, rallento, gli do una pacca sulla spalla e gli dico "dai che siamo arrivati, andiamo" ricomincia a correre con me e la cosa mi rende felice, ultima curva, usciamo dai vicoli e di fronte c'è l'arrivo. Il tizio accelera e mi lascia indietro....bastardo, non si fa così. Taglio il traguardo, mi mettono al collo il bel medaglione, guardo il cronometro ed è record personale sui 5 km, sui 10 e sulla mezza maratona.

Ora chi glielo dice ad Ezio che, dall'altra parte dell'Oceano è ancora fermo con i problemi alla sua gamba? Ma insomma mancano oltre 350 giorni al nostro appuntamento con New York avrà occasione di rifarsi.
All'arrivo incontro Roberta, anche lei ha fatto il suo record sui 5 e sui 10 e soprattutto è contentissima. Le è piaciuto correre in compagnia, il clima, la gara...ed anche le vetrine, perché il suo percorso era tutto cittadino.
Bene, ora avanti con nuovi obiettivi ed altri appuntamenti. New York sarà un successo.



3 commenti:

  1. Cosa posso aggiungere?? Solo .... bravi bravi bravi ...!

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  2. Grande Ezio, mi sono accorto solo adesso dell'immagine dello sfondo, azzeccatissima, bravo ;-)

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  3. non è una malattia portar dietro tutto, è previdenza da ... montagna. Col tempo, il bagnato e il freddo che c'era fino a notte inoltrata, la maratona è stata letteralmente graziata!

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