venerdì 11 novembre 2016

Il rumore dei propri passi

Appuntamento alle 19.45 al parcheggio dello stadio. Ho trovato un gruppo con il quale correre in compagnia. Una sera di inizio settembre mi arriva un messaggio da Luca, mi dice che al bar vicino casa si raduna un gruppo di persone per andare a correre. Vado? Non vado? Mi si nota di più se...ah no, questo era Nanni Moretti. Comunque mi presento al bar e conosco questo gruppo di persone. Imbarazzato come lo è sempre il nuovo in un gruppo faccio la conoscenza di gente che evidentemente, e per evidentemente intendo dire che anche uno che non corre può notarlo, evidentemente dicevo, è gente che corre, ed anche forte. E così è. Si parte ed ovviamente sono subito ultimo anche se l'orologio segna un passo che non avevo mai visto e dal quale mi tenevo cautelativamente lontano.

Come se non bastasse l'andatura, ci dirigiamo verso la salita della Ginetta, una salita per me spaccagambe che a volte non riesco nemmeno a percorrere tutta di corsa. Un'anima pia mi rimane vicino, mi aspetta, mi incita quando serve. Sono umani, la cosa mi consola e riesco a percorrere tutti i sette chilometri senza rimanere indietro. Mi piace questa cosa, del correre in compagnia, inoltre è un allenamento efficace, ti permette di raggiungere traguardi sconosciuti. Da allora abbiamo fatto moltre altre corse assieme. Più o meno assieme, io rimango sempre l'ultimo ma piano piano miglioro, a volte mi sembra quasi di poter riuscire a fare un'intera uscita insieme al gruppo. Bene, questa sera si partiva dal parcheggio dello stadio per un giro cittadino bello per diversi motivi. La compagnia è il primo motivo. Il secondo è che si corre in città all'ora di cena, con la strada illuminata dai lampioni dove ci sono lampioni o dalla frontale nei tratti non illuminati. È bello, il freddo sparisce subito, si parla, si fanno battute si guarda la gente che è incuriosita da questo gruppo di matti. Mi pare di sentire i loro pensieri che variano tra la critica (ma questi non ce l'hanno una casa? Madonna con sto freddo, che matti. Non bastavano i ciclisti in strada? Ora anche questi?) all'invidia (che bravi; ah come mi piacerebbe; se avessi tempo lo farei anche io).
Siamo un bel gruppetto ma già alla prima curva io, ed altri tre rimaniamo indietro perché uno di loro inizia di nuovo a correre dopo un periodo di fermo e non vuole esagerare. Andiamo al nostro passo mentre gli altri spariscono dietro un palazzo. Scendiamo verso l'Ardo scoprendo ancora una volta quanto sia dura la discesa la quale, se vera discesa, ti costringe quasi alla stessa velocità della salita. Varia solo il battito cardiaco ma per il resto la (non) velocità e quella. Attraversiamo il ponte sul torrente Ardo, passiamo di fronte ad un bar che questa sera non ha nessuno fuori in veranda. Quando c'è qualcuno il passo aumenta, è una conseguenza inevitabile dell'essere guardati e scommetto che lo fanno tutti, potete anche dire di no, ma quando incrociate qualcuno mentre correte, il gesto cambia, è una cosa comica ma è così.
Dall'altra parte del ponte ci aspettano le scalette che portano in centro. Inizio baldanzoso, sono gruppi di gradini che affronto facendone due alla volta per i primi due "salti" e uno alla volta per gli ultimi due gradini. Questa tortura si ripete fino a quando le gambe non ce la fanno più ed allora affronto un gruppetto un gradino alla volta ed infine alla medesima andatura che avrei se tornassi dal supermercato con le borse della spesa in mano. Arrivati in centro è tutto un destra, sinistra, destra attraversano il parco, passando di fronte a vetrine, infilandosi per stradine, correndo d'avanti al teatro ed infine percorrendo la via laterale di Via Mezzaterra, non ricordo il nome. Via bellissima, isolata in centro, un paradosso, l'unica di Belluno con un tratto di acciottolato viscidissimo con sassi del Piave che sembrano fatti apposta per farti scivolare e farti spezzare il passo. Giù in fondo rimaniamo in tre. Il quarto ha problemi ad un piede e poi dopo essere risaliti per evitare la ripida panoramica, di fronte alla cattedrale di Belluno rimango da solo. Per gli altri bastano 5 chilometri.
Solo, penso di andare a riprendere gli altri ma è impossibile, non so nemmeno dove sono, lo immagino ma mentre penso a recuperarli assaporo questa corsa da solo che una volta lasciata Piazza dei Martiri si addentra per via Garibaldi fino a raggiungere la parte superiore della panoramica. Da qui è "periferia". Corro sulla ciclabile finta. Praticamente la parte di strada delimitata da una striscia rossa ma che rimane pur sempre strada ed infatti ad ogni ora del giorno le macchine la ignorano allegramente scambiandola chi per un parcheggio, chi per un'area di manovra, chi per una corsia di sosta veloce per far spese. E' comunque vuota e non passa nessuno. L'asfalto è bagnato. Sento solo il  rumore dei miei passi, regolari, anche leggeri mi sembra. Controllo l'orologio, 175 passi al minuto, dicono sia quasi l'ideale. non penso ad altro se non alla cadenza dei miei passi, a questo ritmo sul quale si possono imbastire pensieri, musiche, cantilene, canzoncine. Il tempo passa insieme ai metri ed entri in quello stato mentale e fisico nel quale potresti continuare per un tempo indefinito. Mi pongo però un obiettivo, la fine della via che arriva anche troppo presto, dopo un misera salitella. Faccio dietrofront e torno indietro alla ricerca di un reduce del gruppetto dei quattro che, fatta a piedi la panoramica mi sta venendo incontro.
Lo vedo lontano, ci ricongiungiamo ed assieme proseguiamo verso la fine di questa serata. Adesso il passo è veloce, la velocità sale. Vicino allo stadio mi manca un chilometro per raggiungere i dieci e quindi faccio il giro per Nogarè ma non solo per il chilometro in più ma anche perchè in quel tratto, ci sono circa cento metri di marciapiede completamente coperti dalle foglie degli alberi ed è bello, bellissimo correre sul quel tappeto di foglie bagnate. Arrivato alla macchina mi cambio e raggiungo tutti gli altri al Pub dove ci eravamo dati appuntamento. Una birra ed un hamburger in buonissima compagnia sono la fine ideale di questa bellissima corsa notturna.




Nessun commento:

Posta un commento